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Racconto inedito in Free Reading per Halloween 2025 IL DANDY GIALLO by Caleb Battiago Roma, Halloween 2025 Pietralata acquario di nebbia e friggitorie, il ventre gonfio di motorini e mignotte, pulsa sotto i gialli rimbalzati dei semafori di notte come una bestia incapace di dormire. Calce e cemento, il tramonto di un autobus – un 211 con la testata rifatta – con la vescica da vacca sacra che perde refrigerante, persiane grigliate da disillusione verde e ladri d’appartamento travestiti da zombie che gettano bastoni insanguinati nel portabagagli di una vecchia Punto: la vecchia del sesto piano ha dimenticato lo Xanax e si è incazzata per la collana di perle e il TV al plasma preso a rate. Avvisi di sgombero e slot machine-astronavi miniaturizzate – LSD a pulsanti – piscio di gatto, incendio d’incenso nella parrocchia, panchine come altari pagani, rosette con la mortadella e mozziconi di uomini coi piedi neri e un’aureola di plastica. Capannoni e pompe funebri – e il Verano più in là – tutti la stessa cosa; fiamme ossidriche, acetilene e bare industriali, cipressi immobili, cera fusa e marmi. Tutto all’ingrosso: anime, paraurti, ricambi, protesi e ammortizzatori, statue di angeli e fontanelle del trapasso. Halloween in periferia, come una febbre; sesso e morte con sconto del 50%. Palazzine strette l’una all’altra come incisivi tra otturazioni di portoni, collier di parabole arrugginite e lenzuola che pendono bianche, bandiere di resa. Vento di tangenziali e sangue denso di carburatori, scooter truccati che sputano fragore come smilzi draghi proletari. Un muro sincero e la bomboletta blu di un poeta metropolitano: DIO HA L’ALZHEIMER e sotto un cazzo moscio alato. Isole di Gratta e Vinci e segni della croce di chi spera in una casa popolare, vicoli intasati di vomito di ricordi e vino novello, infezioni di targhe e baristi cocainomani. Tanti ancora ad aspettare un miracolo del dopoguerra, uno qualsiasi, trascinato da un camion dell’AMA che lampeggia arancione sui rifiuti. E poi lui, Arturo, più magnetico di una pubblicità di reggiseni a balconcino, dandy obeso e pittoresco come un satiro di lamiera, giacca gialla e gardenia nel taschino, pantaloni a quadretti da macellaio vittoriano. Suda profumo – cuoio e liquirizia bruciata – e catrame di misantropia, si trascina lento, la terza gamba d’ebano da gotta rinascimentale con un pneumatico dorato come pomello, ghigno da primario del peccato. Sotto gli occhiali a lenti esagonali – roba fatta a mano per un papa o un dittatore – un sorriso soddisfatto e postumo, come se fosse già morto e avesse deciso di continuare lo stesso, tanto a Roma si può fregare facilmente San Pietro, con le chiavi dell’ultimo cancello al collo a ronfare sotto al culo della Basilica, accecato in un sarcofago con duemila anni di roba sopra. Salnitro, ferro, miliardi di fessure, nemmeno una sveglia analogica. Radio Bernini. Venti passi indietro, un cane – anzi, un continente di tenebra visto al telescopio – pelo nero raggrumato di benzina, respiro di motore in avaria, occhi che succhiano luci. Non è un’ombra distorta del dandy giallo del disprezzo, ha un cuore proprio e tutte le zampe ancora buone. Segue il padrone in punta di unghie… o aspetta di mordere alla prima occasione? La crudeltà sa di vaniglia, polvere di sparo, pecorino di fossa e un bicchiere di gin con una moneta di rame dentro, e l’obbedienza a volte è come una fame, tutto può essere. Tac. Tac. Tac. Il bastone comanda il ritmo, ogni colpo un amen o una bestemmia, attese entrambe come germogli fortunati: qualcuno che crepa, soffre, ammazza, pompa o ficca, qualcuno da solo nel vetriolo della città da sfigurare meglio, da piazzargli uno specchio o una pozzanghera davanti al grugno. Aruspicare e assistere alla rovina umana, collezionarla, farsene sacerdote se possibile; perfezionare la morte, estetica della sofferenza e squarci vari. Il nefasto Rimbaud giallo di quartiere, un fascio di versi nella tasca ancora cucita della giacca – non cerco più paradisi, ma distributori di sigarette che vendano assoluzioni (…) una donna che ha capito tutto, e non serve più – stelle, l’insegna del Bar 77 e un orecchio del cane riflessi nelle lenti esagonali, annusa l’aria sapida: è a caccia anche stanotte. Piazza Santa Maria Consolatrice, serrande abbassate e l’edicola con la Madonna al neon blu e un manto di moscerini impazziti, è quasi vuota; un soffio a mezzanotte, la scia di ragazzini – un pirata antropofago, un fantasma economico di federe, la sposa cadavere incinta di un pallone da pallavolo e una strega lingua nera con scarpe a carrarmato – che curvano dietro il palazzo con sacchi rossi pieni di caramelle e le ultime fragole del mondo buono. E poi bingo: un tossico mascherato da se stesso, la mano tesa per stringere monetine, il cuore buono di chiamare il cane seduto là in fondo – Ehi, bello, vieni qui! – fermo come il dandy che gli si inginocchia davanti per studiarlo, sguardo da polpetta avvelenata, come fosse un cadavere potenziale in jeans e maglietta del Barcellona, autopsia a crudo. La mano che fruga nella tasca destra, un mazzo di banconote legate con un elastico, giallo anche quello; lo tiene in mano come se stesse pesando il mondo, e poi: «Comprati una giacca come la mia, mi ha portato fortuna.» Il tossico stringe tutti quei soldi, si alza come se avesse molle sotto le Nike troppo larghe e corre verso la parrocchia – Don Sergio aveva detto che i miracoli spuntano fuori dal niente, come petrolio profondissimo, tutto vero! – ma poi si blocca, pensa al refettorio che puzza di candeggina e si ficca nel vicolo a destra, dove un’ombra con barba corta e tentacoli che spuntano dal giubbotto di pelle, il tatuaggio di un dado un sulla carotide, aspetta polli e disperati. C’è sempre qualcosa nel suo pozzo, anche per arrivare alle foglie fosforescenti del fondo – Overlife – dove la terapia intensiva non può galleggiare e gli angeli si strozzano per litigarsi l’ultima pasticca. Tac. Tac. Tac. Il Dandy si allontana soddisfatto, l’aria ha un altro sapore adesso, cammina come se avesse già sognato quel momento – tra poco il sangue del disgraziato bollirà – i palazzi e i graffiti lentamente svaniscono, la strada muta pelle come un vecchio pitone e più avanti appare la curva, una piega d’asfalto lucida sfregiata di frenate che costeggia gotica la valle dei ferri vecchi, là sotto: l’Autodemolizione San Michele – ricambi originali, peccati usati – che sussurra zanzare dietro il recinto di lamiere e fari spenti, il piccolo impero del Dandy, un grande confessionale meccanico. Il demiurgo sfasciacarrozze si ferma sul ciglio della curva, si accende teatrale una sigaretta, fumo dal naso come incenso a sacralizzare la mezzanotte, poi chiama il cane con un gesto che nessuno noterebbe: toccarsi l’anello con squadra e compasso. Il grosso animale si avvicina, si fa carezzare il testone e la cicatrice dei denti di un rottweiler da scommesse, e infine solleva il muso quando il padrone sussurra la parola magica: «Adesso, prendi!» Una corsa abbaiando alla notte, verso la sommità della curva come inchiostro spruzzato da un secchio di Pollock, la BMW nera, col cavalcavia ormai dietro gli scarichi e Bruce Springsteen che canta l’ultimo minuto di ‘Perfect World’, schiva la bestia per un pelo, che balza sul cofano sbavando, facendo sgranare gli occhi della coppia all’interno – lei bella come un incipit di Wolfe, i capezzoli in allarme rosso. L’urlo degli pneumatici, l’amen dei pistoni, il trampolino del guardrail e i rimbalzi delle lamiere là sotto, boati e grida sincopate, pioggia di cristalli. Dal cancello dell’autodemolizione il Dandy osserva immobile la scena e il compiersi dell’incidente – numero ventidue – sulla benedetta curva, ara di asfalto per centraline, iniettori, turbocompressori, differenziali… e casuali organi umani. Una mano in tasca, una polpetta di lesso di pollo tra indice e medio, una bocca fedele che l’afferra con la delicatezza di una cortigiana. «Ne sei ghiotto eh? Bravo, ottima scelta con quei magnifici sedili in pelle.» Il tuo browser non supporta la visualizzazione di questo documento. Fai clic qui per scaricare il documento.
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Partita oggi la nuova serie di racconti online di fantascienza distopica/horror 'FLORENTIN - Il Sade del XXV Secolo' composta da 60 episodi (uno al mese), che raccontano le gesta dei due protagonisti, Florentin e Amigdala, nella Francia del futuro. Gli episodi sono scaricabili singolarmente online in formato Pdf su questo sito, tramite autenticazione con password nell'Area Riservata, ed è una esclusiva per chi acquista la Battiago Exceptionnelle Card, in vendita sullo Store Independent Legions. I possessori della Card riceveranno inoltre raccolte cartacee fuori commercio ognuna composta di 20 racconti/episodi pubblicati online di questa nuova serie, quando saranno disponibili, e riceveranno a vita una copia di tutte le nuove pubblicazioni cartacee di Battiago edite da Independent Legions o autoprodotte dall'autore.
Disponibile da oggi AMERIKA, raccolta di racconti suburban pulp / hardcore horror edizione Collection (copie numerate) acquistabile sullo Store online di Independent Legions (l'edizione Kindle è in vendita su Amazon).
Sinossi: Benvenuti a Yellow Falls, Ohio — cittadina dimenticata da Dio e riscoperta dal Diavolo, dove ogni sogno finisce nella melma, ogni mappa del tesoro porta a un dildo d’oro e ogni parrocchiano ha almeno una perversione da confessare... o da coltivare. Amerika è un viaggio in sette racconti dentro l’ano pulsante degli Stati Uniti, una discarica di sesso, grottesco e allucinazione suburbana. Tra reverendi con la sindrome del martirio rettale, reduci del Vietnam con protesi d’alluminio e crostate di more nei sogni erotici, vergini transgender con sorprese tra le gambe e bunker sotterranei dove si celebrano orge minorili come se fossero messe cantate, torte di mele vaginali e parafilie cinematografiche, questa raccolta disegna un’America decomposta, orgogliosamente postuma, in cui il peccato è una moneta locale e la redenzione passa da una slot machine o un fucile a canne mozze. Edizione Collection, 65 pagine circa, illustrazione di copertina di Jim Agpalza "Battiago torna a deliziare il pubblico con questa magistrale raccolta horror di sesso, violenza e ogni genere di roba fuori di testa!" –Edward Lee, autore di Bighead e The Pig. Cover Reveal: l'illustrazione di copertina, di Jim Agpalza, della raccolta di racconti AMERIKA 2, in uscita a Dicembre 2025, che completa le storie incluse in AMERIKA, disponibile la prossima settimana.
Preordina il libro sullo Store Independent Legions Sinossi: Benvenuti a Yellow Falls, Ohio — cittadina dimenticata da Dio e riscoperta dal Diavolo, dove perfino Superman si troverà in difficoltà. Sette racconti per un viaggio sex-pulp/hardcore horror estremo, grottesco e comico fin dentro lo sfintere suburbano degli Stati Uniti. Questa raccolta completa la prima (Amerika) scavando zolle di America rurale lontana anni luce dai grattacieli di New York o le luci di Los Angeles, dove ogni cervello spara ai pensieri parafilie, perversioni, archetipi deformati, allucinazioni da marshmellow in acido, sogni carbonizzati dal napalm e anestetizzati da oppiacei, tra cappucci del Ku Klux Klan rosa carne, supereroi dispersi ubriachi di moonshine e santi pagani: Bruce Springsteen, Johnny Cash, i Clevaland Cavaliers e il Fentanyl. Make Amerika Fuck Again! "Battiago torna a deliziare il pubblico con questa serie di horror, sesso, violenza e ogni genere di roba fuori di testa!" –Edward Lee, autore di Bighead e The Pig. Edizione Collection, 65 pagine circa, illustrazione di copertina di Jim Agpalza. Racconto integrale 'I Fantasmi di Van Gogh' pubblicato solo nella raccolta di racconti a tiratura limitata (quasi esaurita, disponibili solo tre copie) KIRTI E ALTRE STORIE (2025) di Alessandro Manzetti.
Arles - Café de la Gare «Ma che ti salta in testa, quella ragazza non esiste…», replica Gauguin chiamando la domina del Cafè a rafforzare le sue grasse risate. «Madame Ginoux, dovete sentire questa!» «Non fare l’idiota, ci farà pagare il conto quella…» sibila Van Gogh aggiustandosi il cappello, nascondendosi più che altro; da tempo ha promesso al donnone un ritratto per saldare il dovuto. «Comunque, ti sbagli caro mio, la luce di Arles deve averti accecato… non vedi più la bellezza.» «Questa è buona… dunque, secondo te mi perderei una diciottenne, proprio in bocca a Rue du Bout! Andiamoci ora, amico mio, così potrai mostrarmela. Il quinto bicchiere val bene un bordello» «È questo il tuo problema, bevi troppo Gauguin. Te l’ho detto, apri quelle dannate orecchie: Gaby non è una puttana, ma una musmè!» «Quindi, che accidenti sarebbe?» «Gesù, sei rozzo come le tue croste… significa fanciulla in giapponese, di quelle che lavorano in una casa come cameriera, domestica.» «Oppure in un bordello, ancora intatta come una porcellana, certo… questa storia è strana persino per te. Insomma, che ci farebbe questa diva in quel posto di malaffare, invece di servire ai tavoli di un pregiato cafè?» «Lo sai bene che sarebbe troppo giovane per certi servizi, alla sua età non può essere registrata … e poi non è nemmeno di qui, viene da Mas de Faravelle in Moulès. La famiglia l’ha costretta a trovar lavoro alla casa di tolleranza per pagare spese mediche folli, tutta colpa di un morso!» «La cosa si fa sempre più interessante, anche io morderei carni così dolci e tenere come le decanti, amoroso pazzo.» «Non sto divagando, se è quello che intendi. Non è stato un uomo, ma un cane… ha preso la rabbia poverina. L’hanno dovuta ricoverare al Pasteur…» «A Parigi? Dici sul serio?» «Sì, prima del vaccino che l’ha salvata purtroppo le avevano già rovinato un braccio, cauterizzato con un ferro rovente, roba da barbari. In quel villaggio devono ancora bruciare le streghe…» «Ricapitolando: giovane, bella, aggraziata e con una cicatrice, il morso di una bestia… una musa perfetta, non c’è che dire. Ribadisco, andiamo al bordello e potrò confermarti se esiste davvero o se è l’ennesimo fantasma che ti turba la mente, il che sarebbe penoso… Io non ricordo nessuna cameriera di tali fattezze, altrimenti l’avrei abbozzata a carboncino. Che mi dici del seno?» «Piccolo, come piace a te. Ma dovrai guardare senza rivolgerle la parola… prometti!» «Non dirmi che… non le hai mai detto nulla, dopo tutto il teatro che mi hai ribaltato addosso per giorni. È così?» «Parli sempre troppo Gauguin. C’è un momento per tutto, per un girasole o una danza di bretoni. Per una musmè vale lo stesso!» «Mmm, dunque sarebbe un’opera d’arte, o meglio, il vortice che ti prende prima di mettere assieme i colori. Scommetto che hai scritto di lei a Theo.» «Non sono fatti tuoi, sto parlando con te adesso, ma forse sarebbe meglio mandarti una lettera, il vino ti fa ruotare le parole nello stomaco.» «Sono dimagrito sei chili, amico mio. La dieta di Arles, la ricerca della cazzo di luce… a me ispira più una quaglia arrosto, non sono un asceta come te.» *** Arles - Rue du Bout I due artisti siedono sui divani verdi del bordello, stoffa a rombi con una chiazza di benzina di ghiandola pineale proprio al centro; Cécile danza là davanti – le più belle ginocchia di Arles – con un bicchiere di sangue della Cotie Rotie in mano; il Rodano, che nasce da un cazzo di ghiacciaio, placenta così gelida, è cliente fisso del posto, scalda le sponde sul palazzo – il frontone arancione e le bombe delle mimose – e vibra di gemiti. Van Gogh, scarpe da pecoraio a filo spesso, afferra il braccio dell’amico e lo trascina nella stanza attigua. Gli sussurra qualcosa nell’orecchio, punta l’indice verso l’algida Gaby, immobile su una sedia all’angolo col piccolo seno rassodato dal freddo – ma la vede solo lui. Gauguin strizza gli occhi «Oh, che bel fumeton, rosso», commenta sollevando gli occhi verso il cosciotto di montone appeso al soffitto, «proprio quello che ci vuole, altrimenti stavolta il mio dardo non accontenterà Clarisse, culo indigeno…» «Lei, non la vedi? Mi sfotti bastardo francese…» si infuria Vincent, serrando i pugni e spingendo il compare davanti all’adolescente musa, che sorpresa si poggia le dita sulle labbra fragoline. «Gaby, Gabrielle… dì a questo cieco che esisti.» «Ti stai rendendo ridicolo, questa venere dev’esserti entrata nelle orecchie quando ti sei ficcato dentro Sant’Anna per tre giorni. Ti ho visto come sei tornato, con la fronte dipinta di uova…» «Una musmè in una chiesa cattolica sconsacrata? Ci sono solo lapidi là, tu mescoli continenti, buffone, proprio come i tuoi blu e viola…» Clarisse – pelle di cacao, capelli da istrice – irrompe nella stanza, la gonna bianca e nient’altro – il padre un guardiano di cavalli e il fratello un mediocre baritono. «Henri… mio testone, se hai folgori in corpo andiamo di sopra, la stanza è libera… quella grande.» «Mia cara, qui si parla di fantasmi, devo prima sbrigare la faccenda…» se la ride Gauguin, balzando poi addosso alla puttana per spaventarla, le braccia sollevate a ghermire l’aria. «Se non mi stai a sentire, mi taglio un orecchio, proprio qui davanti a te, anzi… la lingua!» minaccia Van Gogh sfilando un coltello da scuoio dai pantaloni troppo larghi. «Calma, rosso! Non ho perso una parola, ma non vedo nulla, e tu… Clarisse?» «Vedo quello che vuoi, bel testone. Dimmi cosa…» «Beh, se non ho capito male su quella sedia ci sarebbe una leggiadra ragazzina, i capelli raccolti, i capezzoli due fiori di passiflora, piccoli come l’occhio di un tordo, e poi – senti bene – un braccio deturpato da una fiera. Una di voi insomma… anzi, una domestica a quanto pare. Dovrebbe servire caraffe e salsicce, questo è da vedersi. Contate forse un imene intatto in questo posto?» «Non l’ho raccontata così… vaneggi, tu e la Parigi che ti porti in tasca, una lente sifilitica…» scatta Vincent con la lama sotto il collo adesso. «E ha un nome: Gaby! Gabrielle!» «Perché parla di sifilide?» chiede Clarisse con espressione da latte, da spettro dell’est, anzi, di chi uno spettro l’ha appena visto. «Non temere, mia adorata, Vincent parla a sproposito… io piscio ancora sano, l’hai visto mercoledì, no? Comunque, esiste o no la musa del rosso? Ci serve una risposta.» «Vado a chiamare Léna. Le farò raccogliere i capelli, ha ventun’anni, è arrivata la scorsa settimana, penso potrebbe andargli bene.» *** Fa freddo nella stanza di Gauguin alla Casa Gialla – al n. 2 di place Lamartine – l’uomo non riesce a prendere sonno, nonostante Clarisse l’abbia sfiancato. Le storie di fantasmi sono sempre eccitanti. Vincent non gli ha più rivolto la parola, se n’è andato da Rue du Bot – fortunatamente senza tagliarsi niente – e l’hanno visto nei campi dipingere inginocchiato davanti alla tela, come se fosse una madonna del grano. La lingua ce l’ha ancora in bocca, visto che canticchiava qualcosa su una certa ‘Marguerite’ – così ha raccontato il bovaro con sei denti, e Gauguin aveva subito pensato al Faust di Gounod – ed è già qualcosa. Freddo, ma non solo. Un uccellaccio sta sbattendo il becco sulla persiana come un diamine di metronomo. Deve averlo mandato Vincent, amico dei corvi… per vendetta, si dice Gauguin sbuffando e alzandosi dal letto per risolvere la questione. Apre la finestra, e Arles gli pizzica subito il viso con un puntaspilli gelato. «Se vuoi essere spennato, fatti sotto!», sbraita cacciando fuori il capoccione fumante calore, torcendo il collo da una parte all’altra, ma una voce alle spalle gli ghiaccia culo e bretelle della camicia da notte. «Ora mi vedi, pittore?» Gaby, sdraiata sul letto, un pezzo di orecchio tra i denti, si morde il braccio deturpato facendo schizzare fuori latrati di cani furiosi. Sulle pareti, i girasoli dell’amico Vincent non hanno più petali. In uscita a fine Luglio 2025 la raccolta di racconti hardcore-horror AMERIKA ambientati nella porno-cittadina di Yellow Falls (Ohio, Stati Uniti)
Benvenuti a Yellow Falls, Ohio — cittadina dimenticata da Dio e riscoperta dal Diavolo, dove ogni sogno finisce nella melma, ogni mappa del tesoro porta a un dildo d’oro e ogni parrocchiano ha almeno una perversione da confessare... o da coltivare. Amerika è un viaggio in sette racconti dentro l’ano pulsante degli Stati Uniti, una discarica di sesso, grottesco e allucinazione suburbana. Tra reverendi con la sindrome del martirio rettale, reduci del Vietnam con protesi d’alluminio e crostate di more nei sogni erotici, vergini transgender con sorprese tra le gambe e bunker sotterranei dove si celebrano orge minorili come se fossero messe cantate, torte di mele vaginali e parafilie cinematografiche, questa raccolta disegna un’America decomposta, orgogliosamente postuma, in cui il peccato è una moneta locale e la redenzione passa da una slot machine o un fucile a canne mozze. "Battiago torna a deliziare il pubblico con questa magistrale raccolta horror di sesso, violenza e ogni genere di roba fuori di testa!" –Edward Lee, autore di Bighead e The Pig. Edizione Collection, 65 pagine circa, illustrazione di copertina di Jim Agpalza Il libro è preordinabile sullo Store Independent Legions Disponibile la raccolta di racconti SPLATTERPORK e Altre Storie Nefande, firmata assieme a Paolo Di Orazio, che include i seguenti 18 racconti e un breve fumetto:
TUTTI GRUGNISCONO I LOVE YOU di Caleb Battiago EL PUERCO PUTRÌDO JAMAS SERÀ PENTIDO di Paolo Di Orazio CIRCE È UNA GRAN FIGA (Breve Fumetto) sceneggiato da Caleb Battiago e disegnato da Paolo Di Orazio SALOMÈ di Caleb Battiago IO SONO LA FORCA di Paolo Di Orazio MISS SAIGON di Caleb Battiago DIO C'È, MA NON RISPONDE di Paolo Di Orazio IMPRISONED di Caleb Battiago LA CODA NERA di Caleb Battiago MONKI PROX di Paolo Di Orazio IL PESCE DI FERRO di Caleb Battiago MISTER SANGUE di Caleb Battiago ER BENZA di Paolo Di Orazio LA VENERE NERA di Caleb Battiago FOTTUTO BLUES DI UNA STELLA APPESA AL CHIODO di Paolo Di Orazio LA GABBIA D'ORO di Caleb Battiago GRAN TORNEO AL CUBO 11 di Caleb Battiago & Paolo Di Orazio HANS E GRETA di Caleb Battiago & Paolo Di Orazio IL SACCO di Caleb Battiago & Paolo Di Orazio Edizione Collection da Fiera, Collana Necros, Illustrazione di copertina e quarta di Paolo Di Orazio, 170 pagine, tiratura di 299 copie numerate. Acquista il volume sullo Store Independent Legions Il libro è stato presentato in occasione della Fiera Oblivion di Roma, e questa edizione è contrassegnata come 'Edizione Oblivion'. Da Maggio 2025 sarà poi disponibile anche una edizione Standard del libro (senza il fumetto) che sarà acquistabile sullo Store Independent Legions e su Amazon, con la copertina variant (sempre realizzata da Paolo Di Orazio) sotto riportata. Released today, by Crystal Lake Publishing, HOTEL MACABRE Vol.1 Anthology, edited by Joe Mynhardt, including my poem 'The Cage'. Buy the book at Amazon
Synopsis: Hotel Macabre Vol.1 is not your typical horror anthology. It’s an immersive experience that breaks the boundaries of conventional storytelling. This one-of-a-kind collection gathers the chilling voices of horror’s most imaginative minds, presenting a rich blend of flash fiction, short stories, poetry, a suspenseful play, a novella, and even an illustrated comic book section, guaranteeing a diverse feast for horror fans like never before. Whether you crave the suspense of flash horror, the depth of a full-bodied short story, or the haunting rhythm of dark poetry, Hotel Macabre Vol.1 has it all. And for those looking for something truly unique, this anthology includes a link to an exclusive dramatic reading, bringing the terror to life in a way you’ve never heard before. Each story and poem opens a door to new terrors, while the comic and play sections add a visual and theatrical thrill, making this anthology a must-read for fans of horror anthologies and short horror stories alike. Dare to enter Hotel Macabre and discover a groundbreaking anthology that will redefine your expectations of horror. Released by Crystal Lake Publishing BESTIARY OF BLOOD - Modern Fables and Dark Tales Anthology, edited by Jamal Hodge, including my story 'Grace' and the poem 'Something in There', together with many other cool stuff. The book is for sale at Amazon.
Synopsis: Bestiary of Blood was conceived in a moment of revelation, born from the visceral experience of watching nature's savage ballet—lions tearing into flesh, hyenas gnawing bones, sharks thrashing in crimson waters. These raw spectacles gave rise to a chilling epiphany: life and death are entwined in a grotesque dance, each feeding the other in a ceaseless cycle of transformation, creating…beauty. This paradox is captured in its full glory in Bestiary of Blood, a modern anthology of predation's horrors inspired by the timeless tales of Aesop’s Fables, modernized for a more complex, unforgiving world. Exploring the joy in our hurts, the wrongs in our rights, and the suffering in the shadows of our light, Bestiary of Blood invites you to the intersection of human and animal experience, crafting dark tales that resonate with life’s endless cycles of transformation. Written by 37 of Horror’s greatest writers, Including 18 Bram Stoker Award Winners, this anthology features diverse voices from every walk of life as they usher you through the darkest and most profound questions of the modern age. Released by Acheron Books ENTER BOOGEYMAN Anthology, edited by me. Buy the book at Amazon
Intro by Poppy Z. Brite, stories by Linda D. Addison, Ramsey Campbell, Richard Chizmar, Brian Evenson, Gemma Files, Gwendolyn Kiste, John Langan, Joe R. Lansdale, Graham Masterton & Karolina Mogielska, Richard Christian Matheson, John Shirley, Lucy A. Snyder, Craig Spector, Anna Taborska, Lucy Taylor, Lisa Tuttle, Mercedes M. Yardley. Cover art by Carolina Fiandri, illustrated by Francesco Biagini. Table of Content: Foreword by Alessandro Manzetti Introduction by Poppy Z. Brite 'Dreams in the Winter House' by Anna Taborska 'Boogeyboy' by Graham Masterton & Karolina Mogielska 'Shadow Bro' by Lisa Tuttle 'Mackintosh Willy' by Ramsey Campbell 'The Monsters and the Maiden' by Gwendolyn Kiste 'A Nightmare on Elm Lane' by Richard Chizmar 'Of Childskin' by Lucy Taylor 'Long Black Being' by Brian Evenson 'The Accidental Boogeyman' by Linda D. Addison 'The Long Goodbye' by Craig Spector 'Auon Dēwā' by Lucy A. Snyder 'Morning, Noon and Night' by Joe R. Lansdale 'Cry' by Richard Christian Matheson 'Only Children' by Gemma Files 'Elect 'Bo' Geeman' by John Shirley 'Alice's Adventures in Monsterland' by Mercedes M. Yardley 'Birthed from the Air, from the Heigths' by John Langan |
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News ENGComing in September 2024 CRAZY DIAMONDS (novella in collaboration with Richard Christian Matheson) Independent Legions
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